Diversa letteratura
scientifica mondiale afferma che la meditazione dà i seguenti
vantaggi:
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Detto questo voglio aggiungere che, salvo casi particolari, si arriva alla meditazione facendo un percorso così riassumibile:
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Analisi e studio delle proprie convinzioni, abitudini ed attitudini personali
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Analisi e studio delle proprie convinzioni, abitudini ed attitudini sociali
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Intervento sulla struttura personale fisica e psichica
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Verifica del livello energetico disponibile
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Studio dei 5 sensi e della loro relazione con la mente e con gli oggetti dei sensi
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Sviluppo della capacità di concentrarsi
Questi sei punti
rappresentano la premessa, il prerequisito, la preparazione
necessaria per avvicinare la meditazione; l'ha detto e scritto uno studioso di nome Patanjali.
Paragoniamo la città
di Roma allo stato meditativo e la città di Bologna allo stato attuale della persona che vuole meditare, il suo punto di partenza. Per andare da Bologna a Roma si attraversano sei località corrispondenti ai sei punti sopra esposti.
Dunque, partito da
Bologna per andare a Roma mi trovo a Firenze.
Mentre attraverso
Firenze posso dire che sto andando a Roma, non che sono già a Roma.
Similmente, durante
il percorso necessario per arrivare a meditare, per esempio mentre mi
esercito nella visualizzazione od in altre pratiche, posso dire che sto
avvicinandomi alla meditazione, non che sto già meditando.
Con questo voglio
dire che non è corretto definirsi meditanti se ci si sta rilassando,
se si sta pensando, se si sta visualizzando o se si stanno facendo
quattro salti.
Se si pensa si
pensa, se si immagina si sta immaginando, se si salta si sta
saltando; se si attraversa Firenze non siamo a Roma, si aumentano le
possibilità di arrivarvi perchè un tratto di strada è già stato fatto.
La meditazione è
per tutti in quanto prerogativa umana: quando si sceglie il percorso
yogico, e la meditazione ne fa parte, si sceglie appunto, un
percorso.
Quindi quando
sentite in giro inviti generici alla "meditazione" garantita seduta
stante, ricordate che si tratta, nel migliore dei casi e salvo casi
eccezionali, di un percorso di avvicinamento alla meditazione stessa.
La meditazione non si fa, la meditazione si è. Ovvero la meditazione è uno stato di coscienza e chi è in quello stato medita sempre, ovunque si trovi; tutti gli altri si possono solo preparare.
La meditazione non si fa, la meditazione si è. Ovvero la meditazione è uno stato di coscienza e chi è in quello stato medita sempre, ovunque si trovi; tutti gli altri si possono solo preparare.
Insomma il termine
meditazione è spesso abusato ed usato impropriamente.
Le semplificazioni
possono facilitare la vita, le inesattezze possono generare
confusione.
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